martedì 21 dicembre 2010

blasfemia portaci via

Agnese scrive (21.43): ele ho una domanda seria Hai appena ricevuto un trillo da elena. Agnese scrive (21.43): allora riguarda gesu ma seria elena scrive (21.43): ok- -.- Agnese scrive (21.43): quando l'hanno crocifisso è morto e poi resuscitato dopo 3 giorni giusto Agnese scrive (21.44): rispondi elena scrive (21.44): mmh....si. Agnese scrive (21.44): elena scrive (21.44): credo. quindi? Agnese scrive (21.44): allora è resuscitato quindi. ma allora poi quando morto definitivamente elena scrive (21.44): sii! eh..era già morto! Agnese scrive (21.45): ma è resuscitato! elena scrive (21.45): resuscita fa un pò di cose e rimuore massì tipo miracolo temporaneo! Agnese scrive (21.45): ma va! e poi dove l'hanno messo come è morto no dai ele cazzo, resuscitato! era di nuovo vivo! e poi Agnese scrive (21.46): guarda che è seria la domanda elena scrive (21.46): e poi è andato a scuola a trovare la sua maestra delle elementar e quando è entrato tutti hanno urlato: è vivo è vivo!!! è salito al 1 piano e ha scoperto che la sua maestra non aveva avuto il suo culo elena scrive (21.47): ed era morta Agnese scrive (21.47): cazzo eleeee è una domanda seria elena scrive (21.47): per semrpe sempre! e agni non lo so! tagliavo catechismo! Agnese scrive (21.47): anche io a elena scrive (21.47): ahah Agnese scrive (21.47): devo informarmi.. sono curiosa!! elena scrive (21.47): ti prego dai è blasfema sta cosa! dubbi esistenziali. Agnese scrive (21.48): trovato su internet Agnese scrive (21.49): è andato da pietro e gli ha detto di fare la chiesa Agnese scrive (21.49): poi da tommaso che gli toccato i buchi nelle mani e poi si è seduto a destra di dio elena scrive (21.49): chi è tommaso?? elena scrive (21.50): un suo amico?? Agnese scrive (21.50): quello del se non vedo non credo elena scrive (21.51): ma tomaso chi???quello del vedo non vedo?? Agnese scrive (21.51): ahah elena scrive (21.51): tipo pizzo su mutanda?

lunedì 20 dicembre 2010

bouganville

quando tutto aveva un sapore diverso, quando eravamo vestiti di nuovi colori, quando avevamo altri sapori, quando eravamo lontani, troppo lontani dalla realtà ed eravamo immersi in un mondo tutto nostro fatto di sale e scottature, ti improgionerò in quel piccolo globo, in quella scatola minuscola, sigillerò il coperchio definitivamente in modo che ciò che c'è dentro non potrà mai vedere lo schifo che è nato fuori. a.

venerdì 10 dicembre 2010

allungare un braccio e sentire te.

.."Bisogna essere molto pazienti.In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi! Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino. Sarebbe meglio che tu ritornassi alla stessa ora. Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità e quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore... ci vogliono i riti."
E.

dal -Piccolo Principe-

giovedì 2 dicembre 2010

la coscienza a posto

Dovevano rassegnarsi all’estinzione? No, la loro consolazione era pensare che così come in margine a tutte le società durante millenni s’era perpetuata una controsocietà di malandrini, di tagliaborse, di ladruncoli, di gabbamondo, una controsocietà che non aveva mai avuto nessuna pretesa di diventare la società , ma solo di sopravvivere nelle pieghe della società dominante e affermare il proprio modo d’esistere a dispetto dei principi consacrati, e per questo aveva dato di sé ( almeno se vista non troppo da vicino) un’immagine libera e vitale, così la controsocietà degli onesti forse sarebbe riuscita a persistere ancora per secoli, in margine al costume corrente, senza altra pretesa che di vivere la propria diversità , di sentirsi dissimile da tutto il resto, e a questo modo magari avrebbe finito per significare qualcosa d’essenziale per tutti, per essere immagine di qualcosa che le parole non sanno più dire, di qualcosa che non è stato ancora detto e ancora non sappiamo cos’è.

Italo Calvino

A.

shiny